Fermo amministrativo auto, a volte le forze dell’ordine sbagliano: come aggirare la legge

Il fermo amministrativo è uno dei provvedimenti più temuti. Ecco come fare ad evitarlo. Cosa dice la normativa

Quando un automobilista è debitore dello stato perché non ha pagato importanti tasse previste dalla legge, come per esempio il bollo, oppure non ha saldato multe e sanzioni prese per violazione del codice della strada, può scattare il fermo amministrativo.

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In questi casi si può evitare il fermo (Fuoristrada.it)

La procedura, prevede che appena dagli ordini di controllo viene rilevato un ritardo nel pagamento delle cartelle esattoriali che riguarda l’ambito automobilistico, ne venga data comunicazione al soggetto in questione, con a seguire preavviso di fermo dandogli un dato tempo (30 giorni) per rispondere alla comunicazione o con il saldo del debito e il pagamento della somma oppure chiamando per concordare un piano di rientro dal debito con la rateizzazione, oppure ancora chiedere il ricorso contro il provvedimento.

Se la persona “sfugge” agli avvisi, può essere disposto il fermo amministrativo, che consiste nell’impedire l’utilizzo del veicolo. La persona sottoposta a fermo amministrativo non può liberamente circolare con l’auto.

Fermo amministrativo, cosa dicono le normative e la Corte di Cassazione

Ovviamente, l’automobilista può chiedere il ricorso a questa misura. Ma non è questo l’unico modo di fare decadere il provvedimento. In alcuni casi infatti è possibile chiedere “l’esenzione” dal fermo amministrativo.

Per esempio, in caso in cui l’auto sia indispensabile per ragioni lavorative. Se l’auto è parte integrante della propria attività e viene considerato uno strumento, secondo l’ordinanza della Corte di Cassazione è possibile evitare il fermo.

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In questi casi si può evitare il fermo (Fuoristrada.it)

L’automobilista, sempre secondo la sentenza della Cassazione, può richiedere senza limiti di tempo e quando viole il ricorso contro il fermo amministrativo. Può quindi prendersi il tempo necessario per raccogliere il materiale per la pratica. Ovviamente anche in questo caso ci sono dei requisiti in cui rientrare.

La normativa prevede che si possa contestare il fermo solo qualora si utilizzino come motivazione questioni di merito e vizi di sostanza, ma non su procedura. Si può dunque contestare cartelle che sono ormai andate in prescrizione, ma non le motivazioni delle riscossioni.

Anche nel caso delle multe auto il ricorso non ha scadenze e può essere presentato in ogni momento. Secondo l’articolo 615 del Codice di procedura civile infatti l’opposizione all’esecuzione non decade, e questo è valido per entrambi i casi.

Diverso invece per quanto riguarda le sanzioni amministrative e più in generale gli atti esecutivi, dove bisogna rispettare il termine di 30 giorni. La cassazione infatti ha stabilito che a differenza delle precedenti circostanze, in questo caso si applichino le regole del processo di cognizione ordinario, in cui non rientrano i termini decadenziali.

Insomma, i “ritardatari” che intendono regolarizzare la propria posizione con lo stato devono tenere a mente queste normative e verificare se rientrano nei casi in cui il fermo amministrativo può essere evitato.

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