Caro carburante, brutte notizie: la decisione è completamente da rivedere, non ci voleva

Arrivano altre brutte notizie sul rincaro del costo della benzina. La decisione non convince: altre polemiche sulla questione

Questi prime settimane del 2023 sono iniziate all’insegna delle polemiche per il caro benzina. Tra scioperi, lamentele e richieste fatte al governo la situazione è diventata davvero preoccupante. I costi sono aumentati a dismisura, dopo che il Governo Meloni aveva fermato il taglio delle accise predisposto dal Governo Draghi per contenere l’emergenza scoppiata in seguito alla guerra in Ucraina.

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Ancora polemiche per il rincaro dei costi del carburante (Fuoristrada.it)

Il carburante, insomma, continua a costare a dismisura e a farne le spese sono sempre i consumatori. C’è molta preoccupazione tra i cittadini, ma soprattutto tra i lavoratori che fanno della mobilità una componente essenziale del loro mestiere e si trovano ad avere costi davvero imponenti per portate avanti la loro attività.

Diverse polemiche, in particolare, sono piombate sui benzinai, accusati da molti di “approfittare” del caro del carburante per alzare i prezzi più del dovuto. Una accusa che è sfociata in scioperi da parte della categoria che rigetta le accuse e in polemiche e che tutt’ora hanno lasciato strascichi

Caro benzina, interviene anche l’Agcm. La decisione sorprende

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) si sta ovviamente occupando della questione per far si che il principio concorrenziale venga rispettato nel modo corretto e che di conseguenza i consumatori vengano tutelati e che non vi siano irregolarità o “furbate” da parte di nessuno nel calcolo dei costi del carburante, oltre che una maggiore trasparenza nei confronti del consumatore.

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L’Agcm interviene sul rincaro dei costi del carburante (Fuoristrada.it)

L’Agcm si è esposta favorevolmente ad una maggiore visibilità dei prezzi nei singoli distributori, per far si che chiunque possa vederli a prima vista e valutare. Non vi è invece secondo loro necessità di diffondere i valori medi dei carburanti o di calcolarli. I benefici per i consumatori infatti non sarebbero poi così tanti, mentre si potrebbe danneggiare lo spirito concorrenziale per le attività. La media del prezzo regionale sarebbe infatti poco rappresentativa del contesto competitivo.

Il prezzo dei carburanti può infatti variare a seconda della zona, e il distributore si ritrova a fare concorrenza solo con le attività a lui vicine. Prendere una media regionale vorrebbe quindi dire falsare questo tipo di meccanismo e risulterebbe essere poco utile al consumatore. Inoltre avere un “doppio prezzo” nei cartelli potrebbe finire col confondere il consumatore sull’effettivo prezzo. Le imprese potrebbero poi utilizzare il prezzo medio come “fisso” con cui mettere fine a sconti che invece potrebbero andare incontro al consumatore.

Intanto, l’Agcm ha invece annunciato di volere approfondire con una indagine le dinamiche competitive della filiera petrolifera analizzandone le diverse fasi e il suo andamento dei prezzi. Questa indagine, che avrà bisogno di mesi per essere portata a termine, verificherà la regolarità delle dinamiche concorrenziali e l’andamento dei prezzi di estrazione e raffinazione, oltre che analizzare le evoluzioni dei prezzi nelle diverse fasi della distribuzione.

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